E'
uscito questo 10 Aprile un nuovo film Horror 'Oculus - Il ritratto del
male" di Mike Flanagan. Con Karen Gillan, Katee Sackhoff, Brenton
Thwaites, James Lafferty, Rory Cochrane
Trama: 2002, Kaylie e Timbo hanno all'incirca una decina d'anni e
vivono con i genitori in una nuova casa in cui è arrivato uno specchio
che sta avendo un pessima influenza sui genitori. 2013, Tim esce da un
manicomio dopo 11 anni di terapia per
aver ucciso il padre, quando la sorella lo viene a prendere la prima
cosa che gli dice è di aver trovato (dopo anni di ricerca) lo specchio
in questione e che ora possono mantenere la promessa che si sono fatti
10 anni prima. Il fratello dopo una decade di terapia è convinto di aver
ucciso il padre e aver immaginato una storia paranormale per dare un
senso all'orrore vissuto, la sorella che invece non ha avuto rapporti
con terapeuti è convinta di aver assistito a fatti paranormali e che
alla fine non sia stato Tim ad uccidere il padre ma una forza oscura. E
ora vuole trasformare la presenza predatrice in preda.
Allungamento a
film del cortometraggio del 2006 intitolato Oculus: Chapter 3 - The man
with the plan, scritto e diretto da Mike Flanagan stesso, Oculus ne
espande l'impianto confermando tutto quel che di buono si era visto.
Molto della struttura dinamica e sorprendente di questo film, che pare
iniziare sotto gli auspici più banali e invece sa sorprendere di
continuo, è dovuto alle origini professionali del suo autore Mike
Flanagan, per anni montatore. Che sia un artista del taglio lo si vede
subito, dai primi minuti in cui un editing peculiare spezza le frasi
mantenendone l'integrità dei concetti e aggiungendo significato
attraverso l'unione di momenti differenti, ma poi anche nel resto del
film si nota la maniera particolare in cui la storia monta insieme
presente e passato, ciò che accadde nel 2002 vissuto parallelamente a
ciò che accade nel 2013, progressivamente confondendo cosa sia flashback
(cioè una soluzione narrativa) e cosa sia immaginato dai protagonisti.
Eppure non è solo la struttura molto particolare di Oculus - Il
riflesso del male (che riesce a nascondere fino a tre quarti quello che i
film meno inventivi spiegano nelle prime scene) a renderlo una perla
horror di serie B, quanto la sua protagonista. Della coppia
fratello-sorella impegnata nella consueta lotta contro forze superiori
la rossa Kaylie è un gioiello di scrittura che entra in scena con una
ripresa insistita della sua coda di cavallo dondolante in una camminata
determinata che in pochi secondi ne annuncia il carattere. Nella vasta
galleria di ragazze che si battono contro l'orrore Kaylie ha il trono
della meno prevedibile, animata da una sete di vendetta che non prende
mai la piega dell'ossessione ma rimane sempre nell'ambito della lucida
sicurezza di sè, è una macchina da guerra che non teme per nulla ciò che
invece terrorizza lo spettatore (e suo fratello), anzi lo cerca ed è
felice del suo agghiacciante manifestarsi perchè desidera un confronto
fisico con ciò che non è fisico. Qualunque cosa ci sia in quello
specchio maledetto lei lo vuole uccidere con tale affascinante
determinazione che il regista lo fa capire immediatamente nelle prime
scene, generando un'affezione e una curiosità che continueranno ad
animare tutto il film anche nei momenti meno fluidi.
Confondendo le
acque tra thriller psicologico (nella prima parte) e horror puro (con
trovate di sangue di prim'ordine come quella della lampadina, nella
seconda) Mike Flanagan, crea un piccolo mondo con le sue regole e i suoi
precetti da rispettare, dimostrando non solo di conoscere come si
racconta una storia avvincendo lo spettatore ma soprattutto di saper
usare il montaggio ad un livello narrativo superiore alla media,
sperimentando soluzioni ardite senza mai pregiudicare la comprensibilità
del racconto.
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